L’AI è in grado di creare ma anche di parafrasare testi già esistenti, di conseguenza di generare un plagio automatizzato. Quando questo diventa violazione di copyright? Ecco i risultati del report di NewsGuard e qual è la situazione attuale.
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AI, plagio automatizzato e le regole
L’AI generativa è sicuramente diventata uno strumento utile in diversi settori, tra questi c’è anche quello del mondo dei copywriter e dei content writer. Esiste però un limite nel suo utilizzo, e per il momento risiede solo nel buon senso di chi ne fa uso dato che la legislazione non è ancora chiara in merito.
Il report del NewsGuard ha identificato ben 37 siti internazionali che hanno utilizzato i chatbot per parafrasare articoli già esistenti, e redatti da professionisti di testate giornalistiche autorevoli, generando di fatto un plagio automatizzato.
Purtroppo è ancora tanto, troppo, complicato distinguere ciò che è scritto da un umano da ciò che invece è prodotto dall’intelligenza artificiale, soprattutto nel caso delle parafrasi. Il rischio è dunque che il lavoro svolto da un professionista venga sfruttato da siti che se ne approfittano, vanificando di fatto tutto lo studio e l’impegno impiegato dal giornalista.
È dunque necessario intervenire in tal senso perché se l’intelligenza artificiale può rivelarsi uno strumento efficace, non deve in alcun modo ledere la professionalità delle persone.
Cosa dice la legge in Italia
I grandi colossi dell’AI, ma anche i motori di ricerca, si sono già espressi sulla tematica vietando categoricamente sia il plagio che la parafrasi tramite il chatbot. In Italia la normativa è entrata in vigore già nel 2018, e punisce non solo il plagio ma anche la rielaborazione effettuata da AI.
In sostanza, se l’autore di un testo redatto dovesse accorgersi del plagio o della parafrasi, avrebbe il diritto di chiedere un risarcimento. Detto questo, è però necessario fare un appunto, nello sconfinato mondo dell’informazione di internet, quanto è difficile trovare, riconoscere il proprio articolo e procedere per vie legali? Molto.
Una volta che si crede che ci sia stato un illecito, quanto è complicato vincere la causa? Anche in questo caso la risposta è la stessa. Per questi motivi ci si aspetta una presa di posizione forte da parte degli organi di competenza, e delle contromisure efficaci per contrastare questo sistema.
Le contromisure degli Stati Uniti
A muoversi per primi, come spesso accade, sono gli Stati Uniti, i quali stanno tentando di arginare la problematica con soluzioni efficaci. La violazione del copyright è sicuramente un fenomeno importante, e per questo è necessario agire in fretta.
Le più importanti aziende del settore statunitensi si sono impegnate con la presidenza con il fine di trovare le giuste contromisure. La prima soluzione è quella di creare una filigrana che si apporrà su tutti i contenuti generati automaticamente, questa non sarà cancellabile.
La seconda è quella di migliorare, e creare ex novo, ulteriori strumenti per identificare i prodotti generati dall’AI. Ci teniamo però a precisare che tale patto non è vincolante, ma è un impegno reciproco preso tra le parti.
Non sarà di certo un percorso semplice quello che porterà a un utilizzo consapevole, e giusto, dell’intelligenza artificiale. La speranza è però che i tempi diventino maturi in fretta, così da tutelare il lavoro di migliaia di persone che quotidianamente faticano per migliorarsi professionalmente.
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