Secondo le fonti di Bloomberg, la CIA avrà il suo personale ChatGPT e servirà da supporto durante il lavoro. Ecco come funzionerà e da dove nasce l’esigenza del suo sviluppo, non mancano le preoccupazioni per la tutela della privacy.
Indice dei contenuti
La CIA avrà il suo ChatGPT
La CIA avrebbe avviato lo sviluppo di un chatbot simile a ChatGPT, secondo quanto riportato da fonti di Bloomberg. Questo nuovo strumento, che sembra una versione moderna del programma PRISM, è stato sviluppato con l’obiettivo di fornire informazioni utili alle agenzie di intelligence. Tuttavia, la CIA ha assicurato che il massimo rispetto per la privacy sarà garantito.
Il compito di sviluppare questo chatbot è stato assegnato alla divisione Open-Source Enterprise della CIA. È importante notare che il termine “open source” in questo contesto non si riferisce al codice, ma ai dati raccolti dalle forze dell’ordine e dalle agenzie federali senza un mandato del giudice. Questi dati includono registrazioni dalle videocamere di sorveglianza e la posizione geografica dei cellulari.
A cosa servirà
La CIA dunque avrà il suo software d’intelligenza artificiale, e sarà simile a ChatGPT, ma a cosa servirà? Una domanda che sorge spontanea dati i molteplici utilizzi che può assumere l’IA.
Randy Nixon, direttore della divisione Open-Source Enterprise, ha sottolineato che la quantità di dati raccolti nel corso degli ultimi decenni è diventata immensa. Tale quantità potrebbe risultare inutilizzabile se non supportata da strumenti adeguati.
È in questo contesto che gli strumenti di intelligenza artificiale, come il chatbot in questione, potrebbero fornire agli analisti il supporto necessario per ottenere informazioni rilevanti.
I “clienti” citati da Nixon includono 18 agenzie di intelligence, tra cui la National Security Agency (NSA), l’FBI e la stessa CIA. Queste agenzie useranno il chatbot per cercare indizi utili all’interno delle informazioni pubbliche.
Il tool permetterà di accedere alle fonti originali delle informazioni. Tuttavia, al momento non è chiaro quali dati pubblici verranno raccolti e quale modello di intelligenza artificiale sarà utilizzato. Nixon ha comunque assicurato che saranno rispettate le leggi sulla privacy vigenti.
Proprio quest’ultimo punto risulta essere uno dei più importanti, anche perché in questi mesi se n’è discusso parecchio. Tutte le più grandi case dell’intelligenza artificiale combattono quotidianamente con gli attacchi di chi le accusa di non rispettare la privacy degli utenti, e di utilizzare i dati per fini propri e non consentiti.
Stati Uniti-Cina, il duello continua
Oriente contro Occidente, un film a cui spesso abbiamo assistito. Anche nel campo della tecnologia questa dinamica sembra riproporsi giorno dopo giorno. La stessa iniziativa della CIA potrebbe essere considerata una risposta agli sforzi della Cina nel campo dell’intelligenza artificiale.
Infatti, il governo cinese ha recentemente annunciato l’obiettivo di diventare leader mondiale nel settore entro il 2030. L’impegno degli Stati Uniti nell’intelligenza artificiale potrebbe quindi essere un elemento chiave per mantenere il primato in questo campo e garantire la sicurezza nazionale.
Tra il popolo non manca di certo la preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda la privacy che mai come oggi viene messa in discussione. Il bilanciamento tra la raccolta di informazioni necessarie per la sicurezza nazionale e il rispetto dei diritti individuali deve essere attentamente gestito. La promessa della CIA di rispettare le leggi sulla privacy è quindi fondamentale per garantire che l’utilizzo di tali strumenti sia adeguato e responsabile.
Leggi anche: Italian Tech Week, inizia a Torino il più importante evento del settore