Il presente e il futuro della tecnologia è chiaramente segnato dall’avvento dell’IA. Anche il mondo dello sport non è immune alla sua influenza: l’intelligenza artificiale ha insegnato a due robot a giocare a calcio, ecco com’è andata.
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I robot nel futuro del calcio
Quando la tecnologia incontra lo sport, di norma, lo fa con lo scopo di migliorarlo soprattutto nell’applicazione delle regole. Così, nel mondo del calcio, sono arrivati la Goal Line Technology, il VAR e il fuorigioco semiautomatico.
Ci si fermerà qui? Evidentemente no. L’intelligenza artificiale ha insegnato a due robot a giocare a calcio e ora la domanda sorge spontanea: in futuro saranno loro i nuovi idoli degli amanti di questo sport?
Probabilmente no, o almeno non nell’immediato, ma chiaramente la situazione fa già discutere e apre nuovi scenari sia nel mondo dell’intrattenimento, che in quello degli addetti ai lavori.
Il progetto è stato pubblicato su Science Robotic, si chiama OP3 Soccer ed è guidato da un gruppo d’ingegneri informatici. È stata sfruttata DeepMind, l’intelligenza artificiale di Google, per l’addestramento di due robottini alti 51 centimetri per 3,5 kg di peso.
20 articolazioni utili ai movimenti, che seppur sono apparsi buffi, spesso inadatti, sono stati considerati dall’algoritmo come i più validi ed efficaci in base ai contesti.
L’intelligenza artificiale insegna ai robot a giocare a calcio
Certo, i metodi non convenzionali di muoversi di questi piccoli robot hanno subito suscitato dubbi e perplessità, ma sono frutto di ciò che l’intelligenza artificiale reputa più utile.
Come scritto nello studio, “un esempio in tal senso è il modo in cui il robot gira su se stesso facendo perno sull’angolo di un piede, un movimento che sarebbe stato molto difficile da codificare a priori, ma che si è rivelato più efficace di un approccio tradizionale”.
L’apprendimento è stato completamente innovativo. Nessun database d’informazioni, gli algoritmi hanno imparato in modo autonomo ogni gesto tecnico attraverso errori e tentativi, fino a trovare le soluzioni migliori.
In una prima fase, per salvaguardare la “salute” degli automi, l’apprendimento è avvenuto in modo virtuale attraverso alcune simulazioni. Successivamente, ci si è spostati nel pratico e i robot hanno iniziato a utilizzare palloni di misure consone alla loro grandezza.
Non sono mancate di certo le difficoltà, ma i risultati sono stati molto soddisfacenti. Non è ancora arrivato il momento di vederli calcare un vero terreno di gioco e di sostituire i giocatori reali, ma potrebbero rappresentare una nuova frontiera nel mondo dello sport.
Un nuovo metodo di allenamento
I nuovi robot che impareranno a giocare a calcio grazie all’intelligenza artificiale non dovranno per forza sostituire i giocatori umani. Infatti, se si pensa ai loro utilizzi, viene spontaneo immaginare una fase di allenamento con degli automi come compagni o come avversari.
Immaginando di poter ricalcare in essi le caratteristiche degli avversari, ad esempio, gli allenamenti potrebbero risultare molto efficaci. Non solo, si può immaginare di creare avversari con caratteristiche utili all’allenamento, portieri pararigori e compagni assist-man per finalizzare.
Insomma, un modo molto intelligente per sfruttare questa innovazione nel rettangolo verde può essere quella di usarla in allenamento. Ecco che, ancora una volta, ci si trova a immaginare un futuro nel quale la tecnologia diventa amica, e non nemica, delle persone.
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