Creata in laboratorio e con la capacità di autoripararsi. Ecco che cos’è la pelle coltivata, a che cosa serve e i suoi utilizzi.
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Cos’è la pelle coltivata in laboratorio
Per mesi si è continuato a parlare della carne coltivata in laboratorio, delle sue implicazioni in chiave etica e di quale impatto potesse avere sulla società. Parallelamente, più in sordina, gli studiosi hanno lavorato alla pelle coltivata, la quale avrà diversi utilizzi.
Questa epidermide viene creata in laboratorio e contiene cellule vive, per questo motivo ha la capacità di autoripararsi. Grazie all’imitazione dei legamenti della pelle, gli esperti sono riusciti ad attaccarla sui robot senza che questa subisse strappi.
I test sono avvenuti su un piccolo volto di un robot in 2D, grande appena qualche centimetro, e i risultati sono stati stupefacenti. In buona sostanza, grazie alla pelle coltivata si potrà dare un volto ai robot rendendoli ancora più umani.
Nonostante gli esiti positivi degli esperimenti, non mancano alcune caratteristiche da migliorare. Prima di tutto, non è sensibile e poiché non riceve sostanze nutrienti, dato che non possiede vasi sanguigni, non è molto resistente all’aria.
Per quanto riguarda invece la somiglianza con l’epidermide umana, il problema risiede nello spessore. La pelle coltivata è troppo sottile e manca della rugosità tipica di quella delle persone.
A cosa serve la pelle coltivata
La pelle coltivata, dunque, è una delle ultime innovazioni in ambito scientifico: a cosa serve? Il primo utilizzo, come scritto in precedenza, è quello di umanizzare i robot rendendoli più simili alle persone.
Grazie a essa gli automi sono in grado di sorridere e di corrugare la fronte, un risultato che per certi versi incuriosisce mentre dall’altro inquieta. Oltre a questo, ci sono molti altri utilizzi utili al progresso.
In ambito cosmetico potrebbe avere risvolti importanti sulle fasi di test. Grazie alla sua capacità di sorridere e di riprodurre le rughe e le espressioni, potrebbero essere svolti esperimenti su diversi prodotti di skincare.
Insomma, come sempre quando si parla d’innovazioni tecnologiche, le possibilità di utilizzo della pelle coltivata sono molteplici, non rimane che scoprire in quale campo troverà maggior spazio.
Il dibattito etico
Attorno ai prodotti coltivati in laboratorio è sorto un dibattito etico che dura ormai da mesi, soprattutto per la carne che ha scaturito opinioni decisamente contrapposte. Ora la questione si allarga alla pelle, anche se le polemiche sono destinate a rimanere molto più contenute.
Per il momento, come per la questione legata all’intelligenza artificiale, ci si chiede se la volontà di umanizzare la tecnologia sia corretta e proficua per il futuro. Dall’altro, invece, si valuta in modo positivo la questione poiché può essere legata alla sperimentazione senza l’utilizzo di animali o cavie umane.
Insomma, ci sono i pro e ci sono i contro, quello che interessa gli esperti, però, è soprattutto continuare a innovare il mondo cercando di portarlo in un futuro completamente nuovo.
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