Nel mondo della sicurezza informatica si parla spesso di tecnologie all’avanguardia, algoritmi di protezione, soluzioni automatizzate, ma troppo spesso si dimentica un elemento essenziale: l’essere umano.
Il cosiddetto “fattore umano” è oggi riconosciuto come una delle principali vulnerabilità all’interno delle organizzazioni, ma anche come la chiave per costruire una cultura della sicurezza realmente efficace.
DPWAY, realtà specializzata in cybersecurity e protezione dei dati, ha scelto di porre questo tema al centro della sua visione strategica per rispondere alla crescente necessità di proteggersi da attacchi informatici sempre più complessi ed avanzati. Non si tratta solo di prevenire gli errori umani, ma di trasformare le persone nel vero punto di forza dei sistemi di difesa, dotandosi di opportuni sistemi e soprattutto dei giusti referenti, perché una sicurezza informatica efficace e sostenibile passa, prima di tutto, da una nuova consapevolezza.
Quando il rischio è dentro l’organizzazione
Secondo diverse ricerche internazionali, la maggior parte delle violazioni informatiche non deriva da sofisticati attacchi esterni, ma da azioni involontarie (o a volte malevole) di dipendenti, collaboratori e fornitori. Basta un clic su un link sbagliato, l’apertura di un allegato sospetto, una password riutilizzata, per esporre l’intera organizzazione a rischi gravissimi.
Questo non significa che le persone siano il problema, ma che troppo spesso sono lasciate senza strumenti, formazione e linee guida chiare. DPWAY lavora su questo fronte, con un approccio che unisce tecnologia e cultura, governance e abilitazione.
Dagli strumenti alle persone: una nuova sicurezza
La sicurezza non è più (solo) questione di strumenti, quali firewall, antivirus o sistemi di monitoraggio, oggi richiede processi formativi continui, coinvolgimento, partecipazione.
Significa affidarsi alle giuste persone e competenze responsabilizzare chi lavora ogni giorno con dati sensibili, far comprendere le logiche degli attacchi, allenare e validare comportamenti corretti, anche grazie a sistemi di sicurezza avanzati, quale il SOC (Security Operation Center) che DPWAY ha strutturato e gestisce internamente, grazie al connubio tra persone, strumenti e tecnologie adatte.
Per questi motivi, DPWAY rappresenta il partner ideale a cui affidarsi per essere affiancati e guidati per limitare i rischi informatici che ormai quotidianamente ci troviamo a dover fronteggiare.
Un esempio di questa visione è emerso chiaramente durante l’evento organizzato da DPWAY lo scorso 3 aprile a Roma, dedicato alla Sicurezza dei dati nell’era dell’Intelligenza Artificiale, nel quale si è discusso su come l’AI può supportare l’analisi e la risposta agli attacchi senza sostituire il fattore umano, la prontezza nel riconoscere un comportamento sospetto, la capacità di intervenire.
Anche grazie ai partner tecnologici di DPWAY, Syneto e WithSecure, è stato ribadito che le tecnologie devono essere semplici da usare, progettate per affiancare le persone, non per sostituirle.
L’interfaccia tra umano e macchina resta uno degli snodi centrali della cybersecurity moderna.
Una cultura condivisa della sicurezza
DPWAY promuove un modello di sicurezza informatica che non si ferma alla protezione, ma punta alla conoscenza e alla cultura, questo significa sensibilizzare, comunicare in modo chiaro, adattare linguaggi e strumenti al contesto aziendale, integrare la sicurezza nei processi quotidiani.
Ogni azienda ha bisogni diversi, per questo DPWAY costruisce soluzioni personalizzate, partendo dall’ascolto dei bisogni e dalla mappatura dei rischi interni.
Dati, AI e persone: un equilibrio possibile
Uno degli aspetti più innovativi emersi dall’evento di aprile è stato proprio il tema dell’equilibrio, i dati sono oggi il cuore pulsante di ogni organizzazione, l’intelligenza artificiale può aiutare a proteggerli, ma senza le persone non esiste un vero controllo.
L’approccio di DPWAY è chiaro, l’AI deve potenziare la capacità umana, non sostituirla.
Deve offrire supporto decisionale, individuare pattern anomali, automatizzare i processi ripetitivi, ma è sempre la persona a restare al centro, come custode del significato, della responsabilità e dell’azione.
Verso una sicurezza integrata e sostenibile
Per questo la strategia di DPWAY punta a una sicurezza integrata, dove tecnologia, processi, persone e cultura lavorano insieme, dove l’automazione non crea distanza, ma favorisce consapevolezza, dove la compliance non è un obbligo da subire, ma una scelta che rafforza il valore dell’organizzazione.
Il fattore umano, troppo a lungo considerato un punto debole, diventa così un asset strategico.
E questo è possibile solo se si investe in modo sistemico sulla formazione, sulla comunicazione, sulla collaborazione interfunzionale.
La cybersecurity del futuro non sarà fatta solo di AI, algoritmi e machine learning, sarà fatta soprattutto di persone consapevoli, formate, coinvolte, di organizzazioni competenti, capaci di fare squadra attorno alla protezione dei propri dati e dei propri asset.
DPWAY lavora già oggi per costruire questo futuro, insieme a clienti, partner e comunità professionale.
Perché la vera sicurezza informatica non si impone, ma si coltiva, si diffonde, si vive ogni singolo giorno. Per maggiori informazioni si consiglia di visitare: dpway.it