Cybersecurity e Italia, un binomio che continua a non andare troppo d’accordo. Il Bel Paese non riesce ancora a elevarsi in questo settore nonostante non manchino i professionisti, andiamo a vedere la situazione.
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Il problema della cybersecurity
In Italia, la questione della cybersecurity si presenta come un problema persistente, accentuato dal fatto che il settore non parla principalmente italiano. Le aziende e le istituzioni italiane hanno imparato, spesso a proprie spese, che devono difendersi non solo dai criminali informatici, ma anche da governi “amici” che tendono ad accedere a dati riservati. Questo problema assume una particolare rilevanza quando si considerano ministeri, enti, agenzie governative e aziende dalla grande importanza strategica.
Le violazioni per scopi di spionaggio informatico da parte di nazioni come Russia, Cina e Corea del Nord sono diventate numerose e ben documentate. Tuttavia, non mancano anche operazioni simili da parte di nazioni “alleate” ai danni di stati europei. Fin dal 2013, quando Edward Snowden ha rivelato i dettagli del progetto Echelon, che puntava a sorvegliare la rete globale, è emerso il livello di sorveglianza e intrusioni informatiche da parte di alcune nazioni.
Nel 2020, un’inchiesta congiunta del Washington Post e di ZDF ha rivelato “l’operazione Rubicone”, un piano della CIA che coinvolgeva una software utilizzato molto spesso in Italia, tanto che rappresentava il terzo mercato mondiale per l’azienda responsabile. L’obiettivo era consentire a Stati Uniti e Germania di spiare altri Paesi.
Appare chiaro, dunque, che la questione della cybersecurity sia prioritaria in uno stato evoluto come quello italiano, e per questo è difficile capire perché il Bel Paese sia ancora indietro.
Cybersecurity, in Italia è necessario investire
La cybersecurity rappresenta una sfida internazionale che richiede una risposta articolata. L’Italia dovrebbe investire in una strategia nazionale di cybersecurity per migliorare la protezione dei dati e delle infrastrutture critiche.
Inoltre, è importante promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di sicurezza informatica innovative, incoraggiando la collaborazione tra settore pubblico e privato. Solo così l’Italia potrà affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e proteggere i propri interessi nazionali.
C’è da dire che le aziende valide che si occupano di cybersecurity in Italia non mancano, ma sono ancora troppo poche rispetto all’esigenza che invece richiede la questione.
Le maggiori aziende italiane
Quali sono dunque le maggiori aziende italiane che si occupano di cybersecurity? Vediamo le principali presenti nel nostro territorio.
Yoroi, un’azienda italiana fondata nel 2014, produce software di alto livello per migliorare le performance degli analisti impegnati nella lotta agli attacchi informatici. Le loro soluzioni avanzate aiutano a identificare e neutralizzare le minacce informatiche in modo tempestivo ed efficace.
Ermes Cyber Security, con sede a Torino, ha creato una piattaforma di browser security che è stata riconosciuta da Gartner come una delle migliori aziende nella categoria “browser security”. Utilizzando questa soluzione, gli utenti possono navigare in modo sicuro, evitando phishing e malware provenienti da siti web malevoli.
L’azienda milanese SGBox ha sviluppato una piattaforma SIEM (Security Information and Event Management) che raccoglie gli allarmi da vari sistemi di sicurezza all’interno di un’azienda. Questa soluzione è molto apprezzata sia in Italia che all’estero, soprattutto in Medio Oriente, dove sta guadagnando popolarità presso i paesi arabi.
Dal 2003, l’azienda altoatesina Endian produce firewall di alta qualità per proteggere le reti aziendali da intrusioni da parte di cybercriminali. Grazie alla vasta community che fornisce supporto e condivide esperienze, Endian è riuscita a diventare un nome affidabile nel settore.
La startup italiana Gyala ha sviluppato una piattaforma di sicurezza basata sull’intelligenza artificiale che copre sia gli aspetti informatici sia quelli produttivi. Negli ultimi anni, la società ha ottenuto finanziamenti significativi, dimostrando che quando si ha un progetto interessante e le competenze necessarie, i fondi non mancano.
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Alcuni settori sono scoperti
In Italia esistono ancora aree cruciali che sono rimaste in gran parte scoperte o che sono servite solo da aziende di piccole dimensioni che faticano ad affermarsi. Due di queste aree sono l’Identity Access Management (IAM) e il Customer Identity Access Management (CIAM), che sono fondamentali per la gestione delle identità e degli accessi.
Queste tecnologie possono fare la differenza tra un attacco informatico riuscito e uno sventato. Tuttavia, al momento, nessuna azienda italiana sta puntando su queste soluzioni, così come mancano Web Application Firewall, servizi di mitigazione DDOS e endpoint security.
Questa situazione obbliga le aziende a utilizzare prodotti stranieri su cui non hanno pieno controllo, e date le capacità dei professionisti italiani sembra essere un’occasione sprecata.
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